I Presidenti americani, gli uomini più potenti del mondo sono facili bersagli da sempre!

Fin dal 1913, la Polizia investigativa Russa è stata riconosciuta come la migliore al mondo nella risoluzione dei crimini ciò nonostante gli Stati Uniti credono di avere loro la migliore Polizia del mondo, il migliore servizio federale del mondo, il miglior esercito del mondo, le migliori armi del mondo, il miglior servizio d’intelligence del mondo, eppure …

Eppure il tremendo declino del reclutamento nelle forze armate degli Stati Uniti avrebbe dovuto insegnare loro che c’è una forte picchiata verso lo scompiglio, dato che l’America è una nazione che, da sempre, si basa sull’Esercito e ciò che gli orbita intorno!

La carenza di volontari disposti ad arruolarsi ha messo in crisi il Pentagono, già in crisi dopo la catastrofica risoluzione dell’impegno militare in Afghanistan nel mese di agosto del 2021 che ha disegnato quello che oggi è il più duro dei colpi incassati dalle forze armate americane, originando dubbi sulla loro effettiva capacità di amministrare e risolvere le campagne di guerra in modo efficace ...

Questo all’estero ma in patria?

In patria il disastro “sicurezza” sfiora la calamità.

Tralasciamo i complotti dell’11 settembre, l’attacco alle Torri Gemelle rimane il più grande e violento attacco in terra USA mai posto in essere sula terra degli infedeli dal terrorismo islamico.

Eppure …

Eppure gli Stati Uniti è quello Stato dotato di grandi potenzialità militari ed economiche che, dal dopoguerra comanda in ogni dove nel globo terracqueo.

Fra CIA, NSA, DIA, FMIC e le 25 Agenzie “indipendenti” 17 dele quali gestite dalla USIC - United States Intelligence Community, non c’è spazio per la diagnosi approssimativa né per buchi nella sicurezza, eppure …

Eppure il 14 aprile del 1865, Abraham Lincoln, 1° Presidente USA subì un attentato mortale in un teatro da parte del sudista John Wilkes Booth, alla fine della Guerra di Secessione.

Eppure il 19 settembre del 1881, James Abram Garfield, 20º Presidente degli Stati Uniti mentre si apprestava a prendere un treno alla stazione di Washington, fu ferito da un colpo di revolver. Il Presidente morì due mesi più tardi, in seguito a una lunga agonia.

Eppure William McKinley, 25° Presidente USA (rieletto nel 1900), da sempre restio ad avvalersi dei servizi di sicurezza, durante una visita a Buffalo il 6 settembre 1901 fu ucciso dall'anarchico Leon Czolgosz, punito poi con la sedia elettrica.

Eppure il 22 novembre 1963 (62 anni dopo William McKinley) a Dallas il Presidente John Fitzgerald Kennedy venne ucciso a colpi di un fucile Carcano M91/38 in diretta TV, mentre si trovava a bordo della limousine del corteo presidenziale. A sparare fu Lee Harvey Oswald, un operaio con attrazioni sovietiche arrestato nel giro di poche ore per poi finire a sua volta ucciso, solo due giorni dopo, per mano di Jack Ruby.

Il fratello di John Fitzgerald Kennedy, Robert Francis Kennedy “Bob”, si candidò alla nomination democratica nel 1968 e vista la sua notorietà, era ragionevole che sarebbe stato proprio lui a competere il repubblicano Richard Nixon nella corsa per la Casa Bianca, ma le cose andarono differentemente perché il 5 giugno 1968 dopo aver vinto le primarie in California venne ammazzato a colpi di revolver dall'immigrato giordano-palestinese, Sirhan Sirhan, mentre si trovava nell'Hotel Ambassador di Los Angeles…

Nel 1975 invece, Lynette Fromme detta Squeaky, una ventiseienne ex affiliata alla setta di Charles Manson (Manson Family, una comunità hippy criminale), diventò l'attentatrice del Presidente repubblicano Gerald Ford (38° Presidente USA) a Sacramento in California ma fu fermata dagli agenti dei servizi segreti prima che potesse sparare.

Eppure anche Ronald Reagan (Presidente eletto nel 1980), subì un attentato il 30 marzo 1981 mentre si trovava a Washington per un discorso, in diretta TV, fu gravemente ferito da uno dei 7 colpi di arma di fuoco sparati da John Hinckley, uno squilibrato assillato da Jodie Foster che, con questo gesto, credeva di richiamare la sua considerazione!

Ieri è toccato al 45° Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, ferito dal ventenne Thomas Crooks armato di un AR15, identificato come l'attentatore al Butler Park Showgrounds. Crooks indossava una t-shirt “pro-armi” ed era stato segnalato al Secret Service dalla polizia locale. Segnalazione “ignorata” che ha sollevato una enorme polemica tanto che il Presidente in carica, Biden, ha avviato una indagine ma l’FBI in parallelo, ha aperto un'indagine per "potenziale atto di terrorismo interno".

Insomma, Presidenti, ex Presidenti e candidati presidenziali dei principali partiti non c’è sicurezza che tenga perché quello a Trump è forse l'ultimo di una lunga serie di attentati che, secondo un rapporto del 2008 redatto dal CRS - Congressional Research Service, si sono verificati in ben 15 diverse occasioni, cinque delle quali “mortali”.

In realtà, delle 45 persone che hanno ricoperto la carica di Presidente USA ben 13 (ovvero il 29% ca) sono state oggetto di tentati omicidi, o omicidi veri e propri, insomma di attentati in patria!

Dov’è, chiedo a me stesso, quella macchina americana della sicurezza perfetta che ancora oggi, dopo ben quattro secoli di guerre dall’Indipendenza al Golfo ancora non riesce a proteggere i propri Presidente in casa ma vuole creare risoluzioni di qualità all’estero tipo il conflitto Russo-Ucraino e quello Israelo-Palestinese?

Perché se non sono capaci di gestire le loro “cose“ in casa, beh, non vedo come possano garantire sicurezza all’estero!

Quindi Thomas Matthew Crooks a scuola solitario e bullizzato, repubblicano e ossessionato dalle armi “in solitaria”, senza un movente politico, con un AR15 da un tetto “a tiro utile dei cecchini USA” tra 120-150 metri dal suo bersaglio ha invece sparato e ferito “Tycoon” all’orecchio destro (a meno di quattro mesi dalle elezioni del 5 novembre quando dovrà affrontare una rivincita elettorale con il presidente democratico Joe Biden), ha ucciso un ex Capo dei Vigili del Fuoco, ha ferito altre due persone una delle quali è in gravi condizioni, ed ha sparato fin quando non è stato abbattuto da un cecchino dei servizi segreti.

Concludo con le parole del Governatore della Pennsylvania, Josh Shapiro che, nel corso di una conferenza stampa ha sottolineato che: "Tutta la comunità è scioccata per quello che è successo poche ore fa"; "Mai e poi mai i disaccordi politici devono risolversi con la violenza", ed ha aggiunto sottolineando la necessità: "Di abbassare i toni", infine, "Siamo grati che l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump sia al sicuro.

Purtroppo durante l'attacco tre nostri concittadini sono stati colpiti: una persona è morta e un'altra è in condizioni critiche. Corey Comperatore, un pompiere e un grande papà che aveva due figli, ed era un sostenitore dell'ex presidente è morto come un eroe cercando di proteggere la sua famiglia".

Leggo su vari quotidiani che: “Per molte fonti si trattava di un cecchino o comunque di un tiratore addestrato dotato di un’arma dalla gittata sufficiente, come un fucile, perché si trovava a diverse centinaia di metri.”

Beh, no, assolutamente no, non credo una smentita dai professionisti asserendo che un cecchino che ha facile accesso ad armi negli USA non userebbe mai un AR-15 dell’Armalite in calibro .5,56 per quel tipo di attentato ma un fucile di precisione di diversa natura e calibro, inoltre, non sparerebbe mai alla testa ma al bersaglio grosso, petto/tronco, sarebbe stato bello ascoltare la sua versione ma Thomas Matthew Crooks non ci dirà mai com’è andata veramente e cosa c’era dietro e quindi, non lo sapremo mai data la mole delle Agenzie indipendenti e data la pericolosità dell’eventuale verità, anche perché rimane ancora aperto il mistero della sparizione del cervello di JFK dopo l’autopsia, forse asportato (da chi?) per nascondere le reali dinamiche dell’assassinio e la traiettoria del proiettile.

A tre anni dall’evento, nel lontano 1966, il suo cervello è scomparso dagli Archivi Nazionali USA e una odierna ipotesi dell’autore James Swanson ci dà l'imbeccata che il cervello del Presidente sia stato “preso” dal fratello minore Robert: “Forse per nascondere le prove del numero di farmaci che il Presidente Kennedy stava assumendo.”

Come scrisse Ivan Torneo “Quel giorno di 60 anni fa, a Dallas, insieme a JFK è morta l’innocenza di una nazione.” Io rilancio e dico che l’innocenza negli USA è morta definitivamente col Massacro indiano del 1622 (rif. il massacro di Jamestown) ma che la data esatta della morte dell’innocenza degli Americani d’America, quelli veri, quelli nativi, trapassa esattamente il 12 ottobre 1492 con la scoperta di Colombo.

Il resto della storia Americana, beh, lo vedremo in Europa il prossimo 5 novembre …

(Image: da The New York Times - sunday, juli, 24 - 14.7.2024 VOL. CLXXIII Nr. 60,215)